Sfogliando il giornale nella pigra domenica mattina mi imbatto in un articolo su Christopher Hitchens, scrittore da me molto apprezzato.
L’occasione è l’uscita del suo libro postumo sul suo percorso di malattia, “Mortalità”, edito da Piemme, libro in cui l’autore riflette lucidamente sul suo affrontare le diverse fasi del decorso. Dice, tra le altre cose, che in un orizzonte sempre più limitato continuano ad esserci consolazioni (sia pure la consolazione di un calmante), e speranze (sia pure quella di svegliarsi domani), e anche lo spazio per l’ironia. E quindi mi chiedo: sarebbe utile in questo luogo virtuale una raccolta di testimonianze, di libri che aiutino a dar voce alla massa confusa di emozioni e pensieri che si rincorrono nella malattia?
Penso, tra i diversi che ho letto, a Terzani, a Paush, ad altri che pur non tralasciando nulla del dolore e del disorientamento riescono a riportare sempre lo sguardo sulla vita, a vivere con curiosità anche questa esperienza estrema.