Vai al contenuto

Ripartono gli screening oncologici

    Dopo la sospensione dovuta alla pandemia, è ripreso il piano di screening regionale con tutte le precauzioni per l’accesso alle strutture sanitarie, dalla rilevazione della temperatura alla sanificazione della strumentazione e dell’unità mobile.

    Queste sono le date previste per lo screening per il tumore al seno nel nostro territorio:

    San Daniele   dal 04 al 27 aprile
    Gemona         dal 16 al 30 aprile
    Tolmezzo       dal 02 al 12 maggio
    Tarvisio          dal 13 al 17 maggio
    Codroipo       dal 31 maggio al 25 giugno

    ATTENZIONE
    Gli appuntamenti vengono fissati via telefono dal call center regionale.
    Non sono più proposti tramite lettera.

    Se si riceve una chiamata dal numero 040 0647837 (numero del call center regionale) significa che si è stati contattati per effettuare lo screening.
    Si può chiamare tale numero da lunedì a venerdì dalle ore 09.00 alle ore 10.00 e dalle ore 18.00 alle ore 19.00: il sabato dalle ore 09.00 alle ore 10.00.

    L’appuntamento può essere modificato chiamando il numero verde 800 000 400.

    Screening e pandemia: perché è importante aderire proprio adesso

    Nella nostra regione la mammografia è raccomandata a tutte le donne di età compresa tra 45 e 69 anni, quando il rischio di ammalarsi di tumore al seno è maggiore. Per chi aderisce regolarmente il programma continua fino ai 74 anni.

    A causa delle condizioni di emergenza provocate dalla pandemia COVID-19, nel 2020 sono stati effettuati oltre 4 milioni di inviti e 2 milioni e 500mila test di screening in meno rispetto al 2019[1], che si traducono in ritardi di 5 mesi per lo screening per il tumore del collo dell’utero, di 4 mesi e mezzo per quello della mammella e 5 mesi e mezzo per lo screening colorettale.

    Un tempo sospeso che potrebbe costare molto in termini diagnostici: in Italia si stima che non siano stati “intercettati” a causa dei ritardi negli screening oltre 3.300 carcinomi mammari, 2.700 lesioni cervicali CIN2+, quasi 1.300 carcinomi colorettali e oltre 7.400 adenomi avanzati.[2]

    Consideriamo il numero di nuovi casi e percentuale sul totale di alcuni tumori stimati in Italia dall’Associazione Italiana Registro Tumori nel 2020:

    Mammella 54.976 (14.6%)
    Colon retto 43.702 (11.6%)
    Polmone 40.882 (10.6%)
    Prostata 36.074 (9.6%)
    Vescica 25.492 (6.8%)
    Cervice uterina 2.365 (0,6%)

    I tumori non intercettati durante la pandemia non sono scomparsi, ma saranno individuati in fase più avanzata, con conseguenti minori probabilità di guarigione e necessità di maggiori risorse per le cure.

    A cosa serve lo screening?

    Ma veniamo allo screening per il carcinoma della mammella: nella nostra regione vengono diagnosticati circa 1.200 nuovi casi ogni anno.

    L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) stima che la partecipazione allo screening riduca del 40% la mortalità per tale malattia.

    Uno dei principali fattori di rischio per questo carcinoma è correlato all’età: le indicazioni del Ministero della Salute italiano prevedono l’esecuzione gratuita della mammografia ogni due anni per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. In questa fascia d’età si rileva infatti la maggior parte dei tumori del seno.

    Alcune regioni italiane, tra cui il Friuli-Venezia Giulia, stanno sperimentando l’efficacia di programmi di screening che coinvolgono una fascia di età più ampia, estesa a donne tra i 45 e i 49 anni, invitate a sottoporsi alla mammografia ogni anno, con ripetizione della mammografia biennale fino ai 74 anni.

    Gli esperti della IARC ritengono infatti che l’estensione della mammografia alle quarantenni possa garantire un’ulteriore riduzione della mortalità per cancro al seno, sebbene inferiore a quella che si ottiene nella fascia 50-69 anni. Inoltre, l’allungamento della durata media della vita e il protrarsi di un buono stato di salute anche in età più avanzata fanno ritenere che possa essere vantaggioso offrire lo screening alle donne fino ai 74 anni.

    In quali altri casi è previsto il monitoraggio preventivo?

    Il 5-7% dei tumori del seno è legato a fattori di rischio di tipo ereditario, tra cui anche la mutazione dei geni BRCA 1 o BRCA 2. Per le donne sane ma con un’importante storia familiare di carcinoma mammario o portatrici di una mutazione, che quindi hanno un rischio più alto di sviluppare un tumore del seno, è previsto un programma di sorveglianza clinico-strumentale personalizzato.

    Un programma personalizzato è previsto anche per le donne che tra i 10 e i 30 anni sono state sottoposte a radioterapia al torace per curare un tumore.


    [1] Osservatorio nazionale Screening (ONS), Terzo rapporto sull’impatto del Covid-19 riguardo all’offerta di prevenzione oncologica nel corso del 2020.

    [2] Ad analoghi risultati è giunta anche l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) che ha calcolato gli effetti della pandemia sulla cura dei tumori nel nostro Paese.